Stazione 13

Cantina del Torchio Antico

A Frà Berardinello

La cantina del torchio antico vuole celebrare l’antico processo di produzione del vino. Il protagonista, infatti, è l’antico torchio antico noto anche come torchio di Catone, simbolo della tradizione vinicola antica. Si tratta di un macchinario utilizzato per la spremitura dell’uva risalente all’epoca romana. Questo torchio rappresentava un punto cruciale nella produzione del vino, essendo uno strumento di legno e pietra che, tramite una pressa a vite, consentiva di ottenere il mosto dagli acini d’uva, avviando così il processo di vinificazione.

Nel cuore dell’Abruzzo aquilano, la tradizione vinicola ha radici profonde tramandate di generazione in generazione. Il ciclo di produzione del vino iniziava con la raccolta dell’uva, che qui viene chiamata vindemmia, che si svolge tra fine settembre e ottobre, a seconda della maturazione dell’uva. Le famiglie si riunivano nei vigneti, spesso cantando canti popolari, per raccogliere i grappoli a mano, ponendoli nelle panàre, cesti di vimini tipici della zona. Dopo la raccolta, l’uva veniva portata in cantina per la pigiatura. Qui si utilizzava il torchio o, più tradizionalmente, si può ancora vedere l’uso dei piedi per ‘u pestà (pestare l’uva). Questo metodo antico consisteva nel pigiare l’uva con i piedi scalzi in grandi tini, chiamati vasconi, per ottenere il mosto, il succo d’uva che poi fermenterà per diventare vino. Il mosto veniva poi a sua volta raccolto nel pilone e sottoposto a cottura nel callarone, un grande calderone, per aumentarne la gradazione alcolica. Questo processo era essenziale per ottenere un vino più robusto e adatto alla conservazione.

L’intero processo non era solo un rito produttivo, ma una festa comunitaria, dove la famiglia e gli amici si ritrovavano per condividere il lavoro e la convivialità, mantenendo vivo lo spirito antico della cultura contadina abruzzese

Fra’ Berardinello: Leggenda e Tradizione della Vendemmia Abruzzese

La tradizione popolare della vendemmia si intreccia alla storia di Fra’ Berardinello, figura leggendaria legata alla tradizione popolare abruzzese, al quale questa stazione è dedicata. Secondo la leggenda, Fra’ Berardinello era un frate che, oltre alla sua spiritualità, aveva una conoscenza profonda della coltivazione della vite e della produzione del vino. Si racconta che egli vagasse tra i paesi e le colline d’Abruzzo, portando con sé non solo consigli sulla cura dei vigneti, ma anche benedizioni che garantivano raccolti abbondanti. Spesso invitato nelle vigne durante ‘a vindemmia, Fra’ Berardinello partecipava alla raccolta dell’uva, unendo il lavoro contadino al suo spirito devoto, con canti sacri che accompagnavano le sue mani sapienti nel tagliare i grappoli.

Un episodio particolarmente ricordato della sua leggenda narra di una vendemmia particolarmente scarsa a causa di una lunga siccità. Gli abitanti, disperati per il raccolto ridotto, chiamarono Fra’ Berardinello per chiedere aiuto. Egli arrivò e, dopo una lunga preghiera, benedisse le viti e i contadini. Miracolosamente, l’uva cominciò a rigonfiarsi e i grappoli si riempirono, offrendo un abbondante raccolto. Da quel momento, la sua figura fu venerata come un protettore della vendemmia e della viticoltura.

Nel folklore abruzzese, Fra Berardinello rappresenta dunque non solo la figura di un frate legato alla fede, ma anche un simbolo di speranza e abbondanza legato alla terra. Ancora oggi, in alcune zone dell’Abruzzo aquilano, si rievoca la sua figura durante i festeggiamenti legati alla vendemmia, come simbolo di buon auspicio per la raccolta dell’uva e la produzione del vino.

“Si ringrazia la famiglia DI GIULIO per aver gentilmente messo a disposizione la struttura e gli oggetti storici presenti in questa stazione”