Stazione 11

Cantina del Grano e del Pane

Ad Antonuccio Camponeschi

Questa stazione è dedicata alla produzione e alla conservazione del grano e del pane. Il grano è una delle colture più antiche e importanti al mondo, utilizzato principalmente per la produzione di farine.

La lavorazione del grano inizia con la mietitura, seguita dalla trebbiatura, che separa i chicchi dalla paglia. Successivamente, il grano viene pulito, eliminando impurità, e macinato per ottenere farine di diverso tipo, in base al grado di raffinazione.

Per quanto riguarda la conservazione, il grano deve essere immagazzinato in ambienti asciutti, ben ventilati e a temperatura controllata, per evitare l’umidità e lo sviluppo di muffe o parassiti. Un livello ottimale di umidità (12-14%) assicura che il grano possa essere conservato a lungo senza perdere le sue proprietà nutritive e organolettiche. Un corretto sistema di ventilazione aiuta, infatti, a prevenire deterioramenti, preservando così la qualità del grano per mesi o persino anni.

La lavorazione del pane seguiva tradizioni antiche e artigianali, tramandate di generazione in generazione. Le famiglie usavano prevalentemente farine di grano coltivato localmente e macinato nei mulini del territorio. L’impasto veniva fatto a mano in grandi madie, utilizzando farina, acqua, sale e lievito madre, chiamato “crescito” o “lu levàto”, che era mantenuto vivo dalle famiglie e passato di casa in casa. Dopo la prima lievitazione, l’impasto veniva suddiviso in forme di pane di dimensioni variabili. A volte venivano incise delle croci sulla superficie, un gesto simbolico di buon auspicio. Le famiglie del paese spesso condividevano un forno a legna comunitario o possedevano forni domestici, infatti, era consuetudine condividere il pane tra vicini e parenti, soprattutto nelle festività o durante eventi importanti. Questo metodo tradizionale rappresentava un momento di forte socialità e collaborazione all’interno della comunità.

Antonuccio Camponeschi e il Pane della Resistenza: Un Simbolo di Libertà e Sopravvivenza

La stazione in questione è dedicata alla figura di Antonuccio Camponeschi, nobile aquilano del XV secolo. Camponeschi si distinse per il suo impegno politico e militare contro la dominazione esterna, in particolare nella lotta contro Braccio da Montone. Camponeschi, infatti, si oppose al tentativo di Braccio di sottomettere la città, difendendo l’indipendenza e gli interessi locali.

Il collegamento tra Antonuccio Camponeschi e il pane riguarda principalmente la storia dell’Aquila e un episodio legato alla ribellione della città contro il dominio aragonese, di cui Camponeschi fu uno dei principali leader. Il “pane” entra in gioco come simbolo della resistenza: durante l’assedio dell’Aquila, la popolazione soffriva per la scarsità di viveri, ma riuscì a sopravvivere grazie al pane. Si narra infatti che le donne aquilane abbiano nascosto il pane sotto i vestiti per farlo arrivare ai difensori, alimentando così lo spirito combattivo della città. Questo episodio ha consolidato il legame simbolico tra il pane e la lotta per la libertà, con Antonuccio Camponeschi come figura centrale di questo periodo storico. Il pane, in questo contesto, simboleggiava sia la sopravvivenza materiale che la resistenza politica.

“Si ringrazia la famiglia CARANI per aver gentilmente messo a disposizione la struttura e gli oggetti storici presenti in questa stazione”