Stazione 05

Stalla dell’Asino

A Celestino V e al suo asino

Le stalle per gli asini erano spesso strutture semplici, pensate per garantire protezione e comfort agli animali, fondamentali per la vita quotidiana, soprattutto negli ambienti rurali. Erano spesso costruite con materiali locali come pietra, legno o mattoni. Il tetto era coperto da tegole, paglia o legno, per garantire una buona protezione dagli agenti atmosferici. Al loro interno erano posizionate le mangiatoie, in legno o pietra come in questo caso, posizionate ad altezza dell’asino, dove venivano collocati fieno, paglia e altri alimenti. Vicino c’era spesso un abbeveratoio, che poteva essere una vasca di pietra o un contenitore di legno riempito d’acqua. Le stalle avevano piccole finestre o aperture per garantire una ventilazione adeguata e far entrare un po’ di luce naturale. Era importante mantenere l’ambiente asciutto per evitare malattie legate all’umidità. Gli escrementi venivano regolarmente rimossi e la paglia cambiata per mantenere un ambiente pulito e sano. Anche se la manutenzione non era sofisticata, la pulizia era necessaria per evitare malattie tra gli animali.

La stalla dell’asino era considerata un luogo importante, perché l’asino era un animale prezioso per i lavori agricoli e per trasportare i carichi lungo le mulattiere e le strade ripide dell’Appennino abruzzese.

Celestino V e il suo asino: un papa eremita tra umiltà e spiritualità

La stazione in questione è legata alla figura di Celestino V, nato Pietro Angelerio da Morrone nel 1215, un monaco eremita e fondatore dell’ordine dei Celestini. Fu eletto papa nel 1294 in un contesto di grande confusione nella Chiesa, a seguito di un lungo conclave e forti pressioni politiche. Celestino era noto per la sua vita austera e per la sua dedizione alla preghiera e alla solitudine, tanto che l’elezione a pontefice lo colse di sorpresa mentre viveva in eremitaggio.

Il legame tra Celestino V e l’asino è principalmente simbolico e riflette l’umiltà e la semplicità che caratterizzavano la vita e la personalità del papa eremita. La scelta dell’asino come mezzo di trasporto per il suo viaggio verso L’Aquila, dove sarebbe stato incoronato papa nel 1294, rappresenta una manifestazione visibile del suo rifiuto di ogni forma di lusso e di sfarzo. L’asino, infatti, nella tradizione cristiana e culturale, è simbolo di umiltà e semplicità. In particolare, l’uso dell’asino richiama anche episodi biblici, come l’ingresso di Gesù a Gerusalemme a dorso di un asino, che simboleggia il Messia che si presenta come un re umile e pacifico, in contrasto con il potere e l’ostentazione. Celestino V, consapevole di essere un pontefice atipico, desiderava mantenere il suo stile di vita modesto anche in un ruolo così elevato.

Questa scelta di viaggiare su un asino anziché su un cavallo, il mezzo di trasporto riservato ai potenti, sottolineava il suo desiderio di restare fedele ai suoi ideali di povertà e spiritualità, distanziandosi dalle ricchezze e dalle ambizioni che spesso caratterizzavano la Chiesa del tempo.

“Si ringrazia la famiglia DI GIULIO per aver gentilmente messo a disposizione la struttura e gli oggetti storici presenti in questa stazione”